L’impatto delle soft commodities nel contesto internazionale
Luca Galantini e Marco Maldera Quali sono e cosa rappresentano le materie prime quando si tratta di tematiche alimentari? Qual è il loro ruolo nello scenario...
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Luca Galantini e Marco Maldera
Quali sono e cosa rappresentano le materie prime quando si tratta di tematiche alimentari? Qual è il loro ruolo nello scenario internazionale?
Parlando di materie prime, o commodities, solitamente ci si riferisce all’industria mineraria, ma è necessario sottolineare come tali termini non siano prerogativa esclusiva di questo settore e che anzi queste devono essere distinte tra soft commodities – ossia materie prime che vengono coltivate o allevate (quali caffè, cacao, zucchero, cotone, grano, mais, soia, olio di palma e bestiame) – e hard commodities – che vengono estratte dalla terra (come petrolio, oro, rame e zinco).
Focalizzando l’attenzione sulle soft commodities si può facilmente realizzare quanto queste siano importanti per la vita di tutti i giorni, dato che costituiscono la base ed il mattone principale della sovrastante piramide alimentare. La loro rilevanza è sottolineata anche dai numeri: ogni anno il mercato di tali prodotti ha un valore di circa 4.000 miliardi di dollari e vengono scambiati sui mercati internazionali per un valore di circa 1.300 miliardi di dollari. Come qualsiasi altro prodotto, le commodities possono essere vendute e scambiate su piazze fisiche o virtuali, in questo caso note come mercati delle materie prime. Il meccanismo di determinazione dei prezzi in questi mercati è influenzato da alcuni elementi che rendono le materie prime particolarmente vulnerabili alla volatilità, ossia a variazioni repentine e non prevedibili, tra cui:
Quest’ultimo punto, in particolare, ha evidenziato quanto i mercati delle materie prime siano parte integrante dell’economia globale. Se le condizioni metereologiche, anche a causa del lento ma costante cambiamento del clima, sono più evidenti e sembrano avere un maggiore impatto sul mercato delle materie prime, l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022 ha avuto notevoli effetti sul mercato delle soft commodities, dimostrandone la natura altamente volatile e la sua dipendenza dalla stabilità politica.
Il conflitto ucraino ha impattato immediatamente i prezzi di alcune materie prime di cui Russia e Ucraina sono forti esportatori, anche a causa del blocco della logistica che ne è scaturito. Frumento, mais, soia ed oli vegetali sono i beni più colpiti perché direttamente toccati dalla guerra: basti pensare che i due Paesi rappresentano il 30% del mercato mondiale di grano, il 55% di quello di olio di semi di girasole, il 20% del mais, il 32% dell’orzo, e che ben cinquanta i Paesi in via di sviluppo che prima del conflitto ricevevano almeno un terzo del loro grano da Mosca e Kyiv. L’Ucraina, storicamente definita il “granaio d’Europa”, è tra i primi produttori ed esportatori mondiali di prodotti agroalimentari: tra il 2016 e il 2021 oltre la metà (il 58%) di tutte le esportazioni di frumento è stata destinata all’Asia e il 34% all’Africa.
Il problema, ad ogni modo, non si limita a questi beni e regioni del mondo, perché i fenomeni di trasmissione e gli effetti spillover hanno provocato rialzi in tutti i mercati. Con il rimbalzo dei prodotti legati all’energia (basti ricordare l’importanza che la Russia riveste per il gas), ulteriori rincari si sono trasmessi soprattutto alle materie prime che richiedono ingenti input produttivi e trasformazioni come latticini, uova e zucchero. Maggiori costi produttivi, lungo tutta la filiera, sono anche trasmessi dai rialzi dei fertilizzanti, correlati al gas e prodotti in Russia e Ucraina. Inoltre, tali variazioni vanno inquadrate nel più ampio contesto globale, per cui molti mercati erano già in tensione da tempo per effetto di altri fattori, tra cui la ripresa della domanda nel post-Covid.
L’Ucraina svolge un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza alimentare in alcuni dei Paesi più poveri del mondo, come anche sottolineato dal Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel in occasione del Global Food Security Summit, tenutosi a New York nel settembre 2022: “La sicurezza alimentare è la maggiore sfida a livello mondiale. La crisi alimentare mondiale in corso è esacerbata dalla guerra della Russia contro l’Ucraina. Molte parti del mondo sono colpite da carestia”.
Tra le azioni poste in atto per affrontare il problema dell’insicurezza alimentare mondiale, nel luglio 2022 la Russia ha acconsentito a porre fine al blocco dei porti ucraini del Mar Nero a seguito di un accordo mediato da Turchia e Nazioni Unite. È stata quindi istituita la cosiddetta “Iniziativa per i Cereali del Mar Nero”, volta ad agevolare l’esportazione di grano e di altri prodotti alimentari ucraini. Da allora fino a marzo 2023, attraverso tale iniziativa sono stati spediti dall’Ucraina oltre 23 milioni di tonnellate di prodotti agricoli. Oltre il 65% del frumento trasportato ha così raggiunto i Paesi in via di sviluppo.
Quota delle esportazioni lungo la rotta del Mar Nero per merce e destinazione
È importante evidenziare come il conflitto in corso rappresenti solo l’ultimo esempio in ordine temporale di come le materie prime alimentari abbiano un grande peso nelle questioni internazionali. In particolare, nell’ultimo mezzo secolo i mercati delle soft commodities hanno registrato due grandi aumenti dei prezzi, entrambi in periodi simili a quelli degli shock dei prezzi del greggio. Il primo si è verificato durante la crisi petrolifera del 1972-74 e il secondo negli anni Duemila, nell’ambito del più ampio boom dei prezzi delle materie prime. Come nel caso del petrolio, i prezzi degli alimenti hanno subito un’impennata nel 2008 e di nuovo nel 2011 e, proprio in quest’ultimo anno, gli effetti dei cambiamenti del clima hanno duramente colpito alcuni grandi produttori di grano come Australia, Ucraina e Stati Uniti provocando, insieme ad altri fattori, quel forte aumento dei prezzi che fu poi all’origine delle tensioni sociali sfociate nei moti per il pane in Medio Oriente, nelle proteste della Primavera Araba e, nel lungo periodo, nella guerra civile in Siria.
Anche in considerazione dei cambiamenti climatici in corso, dell’aumento della popolazione soprattutto nei Paesi meno sviluppati e dei potenziali futuri conflitti per l’acqua, è essenziale non sottovalutare quanto i generi alimentari, a partire proprio dalle soft commodities, giochino un ruolo importante nel contesto internazionale.
Fonti consultate:
Black Sea Grain Initiative Joint Coordination Centre, https://www.un.org/en/black-sea-grain-initiative/vessel-movements
European Council, Council of the European Union (2022), Sicurezza Alimentare e Accessibilità Economica dei Prodotti Alimentari, https://www.consilium.europa.eu/it/policies/food-security-and-affordability/
European Council, Council of the European Union (2022). Infografica – Spiegazione delle Esportazioni Ucraine di Cereali, https://www.consilium.europa.eu/it/infographics/ukrainian-grain-exports-explained/ per avere il grafico in inglese, impostare la lingua in alto a destra nella pagina
Taskforce on Nature Markets (2023), Soft Commodities Scoping Paper, https://www.naturemarkets.net/publications/soft-commodities-scoping-paper
World Bank Group (2022). Commodity Markets: Evolution, Challenges, and Policies, https://www.worldbank.org/en/research/publication/commodity-markets
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