Prefazione – 2023
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Nelle vecchie mappe lo si trova con il nome de “Il Paradiso”. Siamo alle pendici del Monte Amiata, di fronte al pittoresco borgo di Seggiano, un gruzzolo di case appollaiate su una collinetta, nella Toscana meridionale. Qui, in questo luogo sperduto ma carico di fascino e forza magnetica, nel 1997 l’eclettico artista svizzero Daniel Spoerri, fondatore della EAT ART, ha dato vita ad una Fondazione aprendo al pubblico il Giardino che porta il suo nome. Sul cancello d’ingresso il motto latino “Hic terminus haeret” (Qui aderiscono i confini) a significare uno spazio aperto, senza limiti all’arte e al pensiero.
Su 16 ettari di vegetazione spontanea Spoerri ha ‘messo a dimora’ 150 opere di oltre 50 artisti di fama internazionale come Eva Aeppli, J.R.Soto, Pavel Schmidt, Katharina Duwen, Alfonso Huppi. Dal suo ironico “Divano in erba” alla sua “Camera parigina” ricostruita e gettata in bronzo fino alle 160 oche in cemento armato e pietra che ruzzolano liberamente, nel declivio di una collinetta, splendide creature di Oliver Estoppey, scultore e disegnatore svizzero dall’immaginario onirico, proveniente dal cantone di Vaud. Opere monumentali che convivono con opere pacate, astrazione con figurazione, dinamismo con la quiete, giocosità con la potenza esistenziale.
La visita al Giardino – aperto da Pasqua a ottobre – è un’esperienza multisensoriale indimenticabile allietata anche dalla sosta al Ristorante “Non solo EAT ARTS” dove degustare piatti tipici locali, come la pasta fatta a mano con farine di qualità, i gustosissimi secondi piatti e gli ottimi dolci della casa (apertura: dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 18- venerdì e sabato anche a cena su prenotazione).
Non è facile incontrare l’artista nel suo “Paradiso”, specie nei mesi invernali ma siamo riusciti ugualmente a metterci in contatto con lui con l’aiuto di Susanne Neumann che dal 2007 svolge il ruolo di manager culturale al Giardino. A lei – personalità raffinata e gentile, versatile e poliedrica che vive e lavora fra Berlino (dove nel 2004 fonda la Gallery Sleeping Dogs), Vienna, l’Italia e la Baviera occupandosi di video, progetti fotografici interattivi, pittura, antropologia, ‘mapping’ – ci siamo rivolti per un’intervista a Daniel Spoerri.
Lei è il fondatore della Eat Art: quale è il suo rapporto fisico e metaforico con il cibo e come è nata questa corrente artistica? Cosa ha voluto trasmettere con i suoi ‘tableaux pièges’ (quadri-trappola letteralmente) realizzati a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso e oggi presenti nelle più importanti collezioni del mondo come il MOMA di New York e il Centre Pompidou a Parigi?
“Quando ho creato il mio primo ‘tableau piège’ ancora non pensavo affatto alla Eat Art. Compresi presto che il cibo sta alla base della vita dell’uomo e della vita sociale. Una cena attorno ad un tavolo rappresenta un vero e proprio evento sociale. Fu in qualche modo naturale dunque che mi interessassi alle ricette e alla preparazione dei pasti. Mi concentrai sull’argomento durante il mio soggiorno sull’isola greca di Simi dove scrissi un diario gastronomico. Dopo nove mesi andai in Germania e decisi di aprire un ristorante a Düsseldorf. Fu allora che decisi di fondare la Eat Art Gallery”.
Parliamo della sua creatura: il Giardino dove tutte le opere sono state da lei posizionate una ad una in un contesto bellissimo, che fa parte di un habitat paesaggistico mozzafiato che si apre a perdita d’occhio di fronte al pittoresco borgo di Seggiano. Quale è il fil rouge che lega le diverse installazioni ed opere nel percorso espositivo da lei tracciato?
“Direi che non esiste un percorso prestabilito. La numerazione delle opere è cronologica ma quei numeri rappresentano un mio sentire, un approccio personale ed artistico al territorio”.
Nel suo giardino lei ha creato una sorta di cenacolo di artisti ai quali è legato personalmente da esperienze comuni, storie trascorse insieme, affetto, stima. Ne è nata nel 1997 una fondazione: quale la sua finalità principale?
“Approfondire l’interazione, il dialogo straordinario che esiste da sempre fra arte e natura”.
Un consiglio, un suggerimento per chi si accinge a visitare il suo Giardino, il punto più bello e a lei più caro di questa valle verde, non a caso ricordata nelle vecchie mappe con il toponimo di “Paradiso”.
“Credo che ciascun visitatore può riconoscere e trovare il suo luogo preferito. Dipende anche dalla stagione, dal tempo del giorno della visita, dal canto degli uccelli ma anche dal proprio stato d’animo. Il Giardino non è mai uguale a sé stesso. Certi giorni preferisco l’intimità di un rifugio nascosto in un piccolo bosco (“Camera n.13” o il “Galletto e la Mantide Irreligiosa”) altre, lo straordinario panorama che si gode dal “Cerchio di unicorni “o da “I sette manichini””.
Come vede il futuro di questo Museo a cielo aperto e delle opere che ne fanno parte? Si può parlare di un fluire spontaneo delle cose fra vita e morte?
“Trattandosi di installazioni all’aperto le opere sono naturalmente sottoposte alla trasformazione inesorabile del tempo. E’ chiaro che mantenere un parco con le sue 113 creazioni, più di 300 piante di olivi, i suoi prati e boschi, diventa un’impresa gravosa tenuto conto anche del fatto che siamo un team molto piccolo”.
Lei ha iniziato come danzatore e coreografo, prima di diventare un artista fra i più accreditati nel panorama delle arti figurative contemporanee. Quanta è stata importante per la sua vita e la sua carriera artistica usufruire di una buona dose di ironia?
“Irony – as an attitude towards life – is a very serious matter”.
È questo il commento finale di Daniel Spoerri, un narratore contemporaneo che con la sua poetica ha messo in discussione conformismo, luoghi comuni e certezze. Un maestro che ha trasformato il CIBO in un interlocutore privilegiato, in un trait d’union accattivante e originale fra arte e vita.
FIAMMA DOMESTICI
HIC TERMINUS HAERET
IL GIARDINO DI DANIEL SPOERRI
Strada Provinciale Pescina
Loc. Il Giardino
I – 58038 Seggiano GRinfo@danielspoerri.org
www.danielspoerri.org
+39 0564 950 553