Prefazione – 2023
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A Firenze la tradizione culinaria è… casalinga
di Nicoletta Arbusti
Thomas Harris scrive nel suo celebre libro Hannibal, al Capitolo 27:
“In Piazza Santo Spirito, vicino alla fontana. Accenderanno un fuoco e qualcuno porterà del vino.
A quest’ora tarda la chiesa è buia e con il portone chiuso, e dalla nota Trattoria Casalinga arrivano chiasso e odore di cibo”.
Lateralmente a Piazza Santo Spirito, a Firenze, sede dell’omonima chiesa, capolavoro di Filippo Brunelleschi, nel quartiere d’Oltrarno di San Frediano, definito da Lonely Planet il quartiere più cool del mondo, c’è, in Via dei Michelozzi, proprio questo ristorante storico della città, la Trattoria La Casalinga, conosciuto e apprezzato dal pubblico fiorentino e cosmopolita, non solo da Harris – che, quando capita di venire a Firenze, ne gusta i manicaretti -, come molti altri scrittori, avvocati, dottori, commercianti, studenti, operai, artigiani, pensionati fiorentini e personaggi conosciuti in Italia e nel mondo, insomma, un pubblico vario e vasto.
La trattoria nasce nel 1963, e oggi, come allora, è un luogo “ alla fiorentina”, anzi, alla “sanfredianina”: allegro, scanzonato, dove le battute argute si sprecano, come le frecciatine pungenti, le risate di gusto, i personaggi divertenti, gli avventori che parlano tutte le lingue, un punto di riferimento storico per gli abitanti e per chi lavora nel quartiere, dove si mangia molto bene, le porzioni sono abbondanti, i cibi sono quelli della tradizione e genuini.
Il clou sono davvero i proprietari: sempre il sorriso, la battuta allegra, la gioia che ti esprimono quando ti rivedono, tutte le volte, come se fosse tanto tempo che non ci si vede, e magari ci siamo visti qualche giorno prima. E’ come trovarsi in famiglia o tra amici di lunga data, come per me, che li conosco da oltre trentacinque anni.
Paolo, Andrea, Cristina,Graziella,Ferruccio, Lina, Beppe, Fabio, David: taluni sono l’anima odierna, altri sono ormai parte della storia, ma sempre nel ricordo.
La storia della Casalinga nasce quando due amici Nello Bartarelli e Oliviero Carrai, da San Casciano Val di Pesa, genitori degli attuali gestori, decidono di scendere a Firenze e iniziare questa avventura: le mogli ai fornelli e la cucina chiantigiana. All’inizio in un’unica sala, nel tempo allargandosi in stanze perimetrali, esattamente com’è il locale adesso, l’ambiente informale e divertente, allora come oggi. Insomma, uno degli ultimi, se non l’ultimo ristorante storico fiorentino gestito interamente da una famiglia.
La colonna della cucina è Graziella Carrai, che prepara i piatti con amore e passione, rispettando la cucina tipica fiorentina e la stagionalità.
Ogni mattina la spesa viene fatta al Mercato storico di San Lorenzo, e così nasce la magia: i “mitici” crostini alla fiorentina della Casalinga, il Rigatino Casereccio, la ribollita, pasta e fagioli, il minestrone di riso e cavolo, la pasta del pastore, i fagioli all’uccelletto, il lesso rifatto con le cipolle, chiamato anche francesina, la bistecca, la trippa, il lampredotto, lo stracotto al Chianti ,l’arista con l’osso, il peposo dell’Impruneta…e chi più ne ha più ne metta.
Sapori schietti, semplicità delle ricette, pietanze sostanziose che, come diceva Nello Bertarelli “Aiutano la bocca a portare le gambe!”.
I personaggi: all’entrata ti accoglie Paolo Carrai, che è la voce e l’immagine della Casalinga: attento, simpatico, battuta pronta, affettuoso e ospitale; in sala, public relations: Andrea Bartarelli, sempre sorridente, rapido nel gestire, scattante, voce squillante e inconfondibile; Cristina Bartarelli, sorella di Andrea: “silenzioso” occhio attento, dall’abilità gestionale e organizzativa; e un gruppo di fantastici collaboratori in grado di accontentare tutti i clienti con rapidità, sempre col sorriso, il che vuol dire perché, a volte, la fila per entrare a mangiare alla Casalinga raggiunge l’angolo della strada accanto e se non si corre tutti restano fuori a aspettare.
Armarsi di pazienza quindi per entrare, ma è un’esperienza tutta da…gustare e da non perdere!